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Molti Cittadini. Morte al traditore, morte al colpevole!

Sen. Armi, armi, armi! (tutti s’aggruppano intorno a Coriolano) Tribuni, Patrizi, cittadini!... fermatevi... qual follia!... Sicinio, Bruto, Coriolano, cittadini!...

Citt. Silenzio, silenzio, olà! fermatevi.

Men. Che risulterà da ciò? Son fuor di lena. Tutto sta per isconvolgersi. Forza non ho di parlare... Tribuni, Coriolano, fermatevi, contenetevi. Parlate, Sicinio.

Sic. Popolo, ascoltami. Silenzio.

Citt. Udiamo il nostro tribuno, silenzio. Parlate, parlate.

Sic. Voi siete in procinto di perdere i vostri privilegi. Marzio vuol toglierveli tutti; Marzio che nominaste console.

Men. Vergogna, vergogna! Così susciterete l’incendio, prima che estinguerlo.

Sen. Sì; ruinerete la città dalla cima al fondo.

Sic. Che altro è la città, se non il popolo?

Citt. È vero; il popolo forma la città.

Br. Col consenso di tutti fummo salutati magistrati del popolo.

Citt. E tali resterete.

Men. Di ciò non vuol dubitarsi.

Marz. Quest’è il mezzo di rovesciar Roma, d’abbatterla sin dalle basi, e di seppellire sotto le ruine tutte le sue speranze.

Sic. Un tal discorso merita la morte.

Br. O sostener dobbiamo intera l’autorità nostra, o indurci a perderla. Qui dunque pronunziamo pel popolo, il cui potere ne ha creati suoi magistrati, che Marzio merita sull’istante la morte.

Sic. Egli è giudicato. Trascinatelo alla rupe Tarpea, e di là precipitatelo.

Br. Edili, impossessatevi della sua persona.

Citt. Cedi, Marzio.

Men. Udite una sola parola; vi supplico, Tribuni, udite una parola.

Edili. Silenzio, silenzio.

Men. Siate, quel che sembrate, gli amici veri della vostra patria; e invece d’usare tal violenza, procedete con ordine e ritegno al giudicio che avete impreso.

Br. Vecchio, coteste vie lente e misurate, che paiono rimedii prudenti, sono funeste allorchè il male è grande. Impossessatevi di lui, e trascinatelo alla rocca.

Marz. No, morirò qui. (sguainando la spada) Ve n’ha più d’uno fra di voi, che m’ha veduto combattere. Venite; sperimentate