Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
atto secondo | 133 |
prezzo del grano ci siam sollevati, ei non esitò a chiamarci il mostro dalle cento teste.
3° Citt. Il solo non è che così ci abbia chiamati: non già perchè gli uni han la capigliatura bruna, gli altri nera; o perchè questi han molti crini, e quelli son calvi: ma a cagione della grande varietà di spiriti, che ci distingue. E infatti, se tutti i nostri spiriti dovessero uscire da un sol cranio, essi si vedrebbero volare in un medesimo tempo ad oriente, a ponente, a mezzogiorno e a settentrione. Partendo dallo stesso centro, arriverebbero in retta linea a tutti i punti della circonferenza.
2° Citt. Credete ciò? Or quale strada prenderebbe il mio spirito, stando al vostro concetto?
3° Citt. Il vostro spirito non isloggierebbe così prontamente come un altro, tant’è sepolto addentro nella vostra stolida testa; ma se potesse spastoiarsi, certo andrebbe diritto al mezzodì.
2* Citt. Perchè da quel lato?
3° Citt. Per perdersi fra una nebbia, da cui dopo essersi evaporato pei tre quarti, e liquefatto in corrotta rugiada, l’ultimo quarto tornerebbe a voi per un resto di coscienza affine di aiutarvi a trovar moglie.
2° Citt. Faceto sempre... Vi torni in pro quel riso.
3° Citt. Siete risoluti di dare il voto? ma poco importa che tutti lo diano; la pluralità decide. Per me io dico, che se Coriolano s’umilia dinanzi al popolo, non mai fu uomo più degno di lui (entrano Coriolano e Menenio). Eccolo colle umili vesti del candidato: osserviamo la sua condotta. Noi ci restiam così tutti uniti; ma avviciniamoci al luogo ov’ei sta, a pochi alla volta. Convien che ne faccia a ciascuno in particolare la sua dimanda, onde ognuno di noi s’abbia un onor personale eleggendolo. Seguitemi, v’insegnerò come dobbiamo appressarci.
Tutti i Citt. Così si faccia, così si faccia. (escono)
Men. Oh, signore, non vi apponete; ignorate voi che i più illustri Romani han fatto quello che ora fate.
Marz. Che posso io dire?... Pregovi, signore... Maledizione su di loro!... No, non saprò mai indur la mia lingua a dire ad un plebeo: guardate le mie ferite; le ricevei in servigio della patria, mentre molti Romani della vostra classe tremavano di paura, e fuggivano il romore dei nostri strumenti da guerra.
Men. Oh Dei! non favellate di ciò. Convien pregarli a ricordarsi di voi.
Marz. A ricordarsi di me? Maledizione li colga! Vorrei che