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atto primo 121


Sold. Egli è un demonio.

Auf. Più audace d’un demonio, ma non sì astuto. Il mio valore, inasprito dalle ingiurie ricevute da lui, rinunzia alla sua pura e nobile delicatezza. Addormentato entro un tempio, nudo e disarmato, sano o infermo, nel santuario degli Dei, nel Campidoglio istesso, fra le preghiere de’ sacerdoti, nel momento del sagrifizio, nulla arresterà il mio sdegno; l’odio mio dispregerà i costumi più santi, i privilegi più rispettati. Dovunque lo troverò, entro i miei stessi lari, tra le braccia di mio fratello, violando le leggi dell’ospitalità tufferò con delizia nel suo cuore il mio ferro. — Voi itene alla città; osservate come i Romani vi comandino, quali ostaggi abbian chiesto.

Sold. Non ci verrete voi pure?

Auf. Sono atteso al bosco de’ cipressi, presso ai mulini. Vi prego, qualcuno di voi si mostri colà per dirmi qual corso segua la fortuna, ond’io conformi il mio andare a quello degli eventi.

Sold. Così farò, signore.                                   (escono)