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atto primo | 119 |
lenirle, e renderle mortali. Di tutti i cavalli di cui facemmo ampia preda, di tutti i tesori da noi accumulati in Corioli e nei campi, a voi offeriamo la decima parte: scegliete dall’intero bottino questo tributo, prima del ripartimento generale.
Marz. Vi ringrazio, mio duce; ma il mio cuore non può acconsentire a ricevere alcun prezzo per ciò che compiè la mia spada: ricuso la vostra offerta; e non voglio che una parte uguale a quella di coloro che mi videro combattere.
(un lungo squillo di trombe; tutti gridano Marzio! Marzio! gettano in alto i berretti, e scuotono le lancie; Cominio e Tito si scuoprono il capo)
Marz. Possano que’ nobili strumenti, che profanate, perder per sempre i loro suoni bellicosi. Ah! se le trombe nostre si cambiano in organi piaggiatori sul vallo guerresco, i campi degenerati non offrono più, come le città, che gli apparecchi e le mostre ingannatrici dell’adulazione. Se il ferro del soldato piega mollemente dinanzi alla vil lode come la veste del cortigiano, si apprestino canti effeminati per preludii di battaglia. Basta, vi dico, basta. — Perchè vedete sul mio volto qualche stilla di sangue che non ebbi ancor tempo di detergere; perchè atterrai qualche debole nemico, opera che fecero mille altri soldati che stanno qui, e a cui non si porge attenzione, voi m’assordate di plausi senza fine e misura, come se amassi che il mio poco merito fosse pasciuto di lodi, amplificate fino alla menzogna?
Com. Siete troppo modesto, troppo nemico di vostra gloria, e troppo poco riconoscente verso di noi, che vi porgiamo un omaggio sincero. Se vi sdegnate così contro voi stesso, ci permetterete d’incatenarvi come un demente che cerca d’uccidersi colle proprie mani, e allora vi persuaderete del vostro merito. — Tutta la terra, come noi sappia dunque che è Caio Marzio che ottiene la palma in questa guerra; per pegno io gliene do il mio superbo corridore, conosciuto da tutto il campo, insieme agli ornamenti suoi; e fin da questo momento, in ricompensa di quanto fece dinanzi a Corioli, lo acclamo fra le grida e gli applausi dell’intero esercito Caio Marzio Coriolano. Porta sempre con onore tal nome! (altissimo squillo di trombe, e grido generale di Caio Marzio Coriolano)
Marz. Andrò a lavarmi il volto, e allora vedrete s’io arrossisca, o no. — Non vale; vi ringrazio. Salirò il vostro corridore e farò sempre ogni sforzo per sostenere con onore il bel titolo di cui mi avete illustrato.
Com. Venite; entriam nella tenda; e prima d’abbandonarci