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atto quinto | 95 |
del Cielo, vo’ averla. — Oh Dio! — Orazio, le cose essendo così sconosciute, qual nome abborrito non lascierei dietro di me? Differisci per qualche altro dì ancora la tua felicità celeste; acconsenti a trascinare qualche altro tempo in questo odioso mondo la tua penosa esistenza onde narrare l’istoria mia. (si ode da lungi il suono di una marcia e alte grida) Che romor guerriero è questo?
Osr. Il giovane Fortebraccio riede vincitore, onusto delle spoglie polacche. È desso che onora con questa salva guerriera l’arrivo degli ambasciatori inglesi.
Am. Oh! io muoio, Orazio. Questo operoso veleno spegne la mia vita, nè tanta me ne resta da intendere le novelle d’Inghilterra; ma predico che la nuova scelta cadrà su Fortebraccio. Egli ha il mio voto moribondo; annunziategli per me le varie tristizie che m’han condotto... Il resto... è un eterno silenzio.
(muore)
Or. Ora scoppia il più nobile cuore! Amabile principe, addio; i concerti degli angeli t’invitino al tuo eterno riposo!..... Ma perchè questo crescente romore?... (marcia al di dentro; entra Fortebraccio cogli ambasciatori inglesi, ed altri)
Fort. Dov’è? Dov’è?
Or. Che cosa volete vedere? Se vi compiacete nel contemplare un misto spaventoso di mali, d’orrori e di delitti, esso vi sta innanzi.
Fort. Questa carnificina grida vendetta! — Oh cruda morte! Quali vivande potranno imbandirsi al tuo eterno banchetto dopo la strage di tanti principi?
1° Amb. Questa vista è tremenda! E i dispacci che rechiamo d’Inghilterra giungono troppo tardi; le orecchie che dovevano intenderli sono insensibili, e chiuse per sempre. Se ora dico al re che i suoi comandi furono eseguiti, che Rosencrantz e Guildensterno più non esistono, chi ci ringrazierà?
Or. Non egli il potrebbe, quand’anche la sua lingua fosse tuttavia animata, perchè non mai diè l’ordine della loro morte. Ma poichè qui v’incontrate, voi reduci delle guerre di Polonia, e voi venuti d’Inghilterra, per udire spiegare questo sanguinoso dramma, comandate che i loro corpi siano esposti alla vista del popolo sopra letti da ciò, e allora io istruirò il mondo della cagione sconosciuta di questi avvenimenti. Mi udirete allora parlare di opere crudeli, sanguinose, empie; di sentenze che il caso ha dettate, d’omicidii ch’esso ha condotti, di morti che son frutto della violenza e della frode; e in questo tragico fine vedrete i reati