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che stupiti soffermansi per intenderle? Eccomi, son io, il danese Amleto. (salta egli pure nella fossa)
Laer. L’inferno prenda l’anima tua! (afferrandolo)
Am. Non preghi bene; ma, te ne scongiuro, non stringermi per la gola così, perocchè sebbene io non sia nè frenetico, nè temerario, pure è in me qualche cosa di pericoloso che la tua saviezza debbe paventare. Togli queste tue mani.
Re. Divideteli.
Reg. Amleto, Amleto!
Tutti. Signori.....
Or. Mio buon principe, calmatevi.
(vengono divisi, ed escono dalla tomba)
Am. Combatterò per sì bella causa finchè gli occhi mi restino immobili nella testa.
Reg. Oh mio figlio! Qual causa?
Am. Amavo Ofelia; la tenerezza di mille fratelli uniti non eguaglia il mio amore. — Che farai tu per lei? (a Laer.)
Re. Oh egli è insensato, Laerte.
Reg. Per l’amor di Dio, perdonategli.
Am. Affè, dimmi quel che vuoi fare. Vuoi piangere? Vuoi combattere? Vuoi morir d’inedia? Vuoi sbranarti colle tue mani? Vuoi ber fiele o trangugiare un serpente? Lo stesso io pure, tutto questo farò. Venisti qui solo per esalar querimonie? per disfidarmi precipitandoti nella sua fossa? Vuoi esser sepolto vivo con lei? Io pure lo voglio. Tu parli di montagne di creta? Ebbene, si accumulino su di noi milioni di jugeri di terra, onde il nostro sepolcro s’innalzi fino alla zona torrida, e faccia apparir l’Orsa simile a un nano. — Se irrompi in impeti forsennati, la rabbia mia eguaglierà la tua.
Reg. Quel ch’ei dice non è che follia: il delirio lo terrà soggetto per qualche tempo; poi diverrà placido come la colomba che cova i nati suoi implumi e ciechi ancora. Allora lo vedrete assidersi assorto in tetro silenzio.
Am. Udiste, signore? Qual ragione avete per adoperar meco così? Io vi ho sempre amato; ma non vale. — Ercole stesso spieghi tutta la sua forza, il gatto miagolerà, e il cane avrà il suo giorno. (esce)
Re. Pregoti, buon Orazio, attendi a lui. — (Or. esce) Siate paziente (a Laer.) pensando a quello che dicemmo; i nostri disegni avran compimento. — Cara Gertrude, ponete qualcuno alla custodia di vostro figlio. — Questa tomba sarà fregiata di monumento durevole. — Rivedremo in breve giorni sereni e tranquilli... fino che non siano venuti, non adoperiamo che pazienza. (escono)