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amleto — atto quarto 65

l’estinto nella cappella del palazzo. Pregovi, affrettatevi (escono Ros. e Guil.). Venite, Gertrude; andiamo a convocare i nostri più savii consiglieri, e a dichiarar loro le nostre risoluzioni e la sventura che ci è toccata. Forse la calunnia, il di cui ronzio percorre tutto l’universo, e che scocca il suo dardo avvelenato con tanta aggiustatezza, quanta ne ha la freccia che s’infigge nel suo bersaglio, potrebbe ingannarsi sul nostro nome e non colpire che l’aria impassibile. — Oh venite; la mia anima è piena di turbamento e di terrore.     (escono)

SCENA II.

Altra stanza.

Entra Amleto.

Am. Deposto in luogo sicuro... (Rosencrantz dal di dentro chiama: Amleto! principe Amleto!) Ma, qual è questo romore? Chi chiama Amleto? Oh, vengono qui.

(entrano Rosencrantz e Guildensterno)

Ros. Che avete fatto, signore, del cadavere?

Am. L’ho riunito alla polvere, di cui è parente.

Ros. Diteci dov’è, onde possiamo portarlo alla cappella.

Am. Nol crediate.

Ros. Creder che?

Am. Ch’io possa conservare il vostro segreto e non il mio. D’altra parte, all’inchiesta d’una spugna che potrebbe rispondere il figliuolo di un re?

Ros. M’avete in conto di una spugna, signore?

Am. Sì, e so che v’imbevete dei favori del monarca e delle sue ricompense. Ma tali ufficiali finiscono per divenir preda del coronato, che li conserva come una scimmia custodisce un nocciuolo in bocca: il primo che ivi entra è l’ultimo ad essere inghiottito. Allorchè il re ha bisogno di quel che gli avete poppato, ei vi preme, e la spugna ritorna secca.

Ros. Non v’intendo.

Am. Ne son lieto. Un cattivo discorso si sperde in un’orecchia insensata.

Ros. Principe, dovete dirci dov’è il cadavere, e venirne con noi dal re.

Am. Il cadavere è col re, ma il re non è col cadavere. Il re è una cosa...