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atto terzo 51


Am. Lo saprem da costui; i comici non possono tener nulla segreto; e’ dicon tutto.

Of. Ne dirà egli ciò che la pantomima significa?

Am. Sì, e qualunque altra cosa che vorrete dimandargli. Non arrossite delle vostre inchieste, ed ei non arrossirà del loro significato.

Of. Siete maligno, siete maligno... Vo’ badare al dramma.

Prol. «Per noi e per la nostra tragedia imploriamo umilmente l’indulgenza vostra e vi chiediamo attenzione».

Am, È questo un prologo, o il motto di un anello?

Of. È breve, signore.

Am. Come l’amore della donna.

(entrano un Re e una Regina)

Com. Re. Trenta volte il carro di Febo ha nel suo corso abbracciato il liquido impero di Nettuno e il rotondo globo della terra; trenta volte dodici lune hanno rischiarato il mondo colla loro luce di riflessione, dacchè l’amore avvince i nostri cuori e l’imeneo le nostre mani, con nodi mutui e sacri.

Com. Reg. Possa il sole e l’astro delle notti farci contare altrettante rivoluzioni prima che il nostro amore sia estinto. Ma, infelice ch’io sono, la vostra salute da qualche tempo è sì languida; voi siete divenuto così straniero alla gioia; tanto rimesso avete del vostro antico vigore, che non posso astenermi dal nutrir timori sull’avvenire; e nullameno tali timori della mia tenerezza non debbono, signore, punto iscoraggirvi; il timor delle donne, come il loro amore, va sempre agli estremi. Sempre le loro passioni o son nulle, o eccessive. Qual sia il mio amore per voi, l’esperienza debbe avervelo insegnato; e la grandezza dell’affetto che vi porto è la misura del mio timore. Per chi ben ama, il più lieve sospetto divien terrore, e l’amore s’alimenta nell’anima in cui s’ingigantiscono le più lievi paure.

Com. Re. Ah! sì; m’è forza il lasciarti, amica mia, e fra poco. Le mie membra e le mie stanche facoltà si rifiutano ai loro uffici; tu vivrai dopo di me in questo bel mondo onorata e diletta; fors’anche troverai un altro tenero sposo.

Com. Reg. Maledizione su tutti gli altri uomini! Un tale amor nel mio seno sarebbe un tradimento. Possa un secondo consorte divenire la mia ruina! Non mai donna s’accoppiò ad un secondo uomo che non avesse fatto perire il primo.

Am. Veleno è questo!

Com. Reg. I motivi, che possono indurre ad un secondo matrimonio, debbono essere d’interesse, non mai d’amore. Infliggerei