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34 | amleto |
Pol. (a parte) Quantunque questo discorso sia quello d’un insensato, v’è metodo, vuol convenirsene. — Principe, vi volete toglier da quest’aria?
Am. Entrando nel sepolcro?
Pol. (a parte) Questo infatti sarebbe un togliervisi per sempre. Quanto ingegno è nelle sue risposte! Tal ventura incontra spesso la follia, mentre la ragione più sana non saprebbe scoccare simili quadrelle. Vo’ lasciarlo per preparare il colloquio di mia figlia. — Onorevole signore, prendo umilmente commiato da voi.
Am. Voi non potete prendere, signore, alcuna cosa da me ch’io volentieri non vi dia; eccetto la mia vita, eccetto la mia vita, eccetto la mia vita.
Pol. Addio, signore.
Am. Sono noiosi questi vecchi! (entrano Rosencrantz e Guildensterno)
Pol. Voi venite in traccia del principe Amleto: eccolo.
Ros. Iddio vi salvi, signore!
Guil. Onorato principe!...
Ros. Mio caro Amleto!...
Am. Miei degni e fidi amici! Come state, Guildensterno? come voi, Rosencrantz? Virtuosi giovani, in qual modo conducete la vita?
Ros. Figli volgari della fortuna, noi non abbiamo a lodarci o a dolerci di lei.
Guil. Fortunati di non esser troppo fortunati; sul berretto della sorte, non sul dosso suo.
Am. Nè sotto le sue calzature?
Ros. Nè l’uno nè l’altro, signore.
Am. Allora ve ne state al di lei cinto, in mezzo a’ suoi favori?
Guil. A’ suoi più privati, in fede.
Am. A’ suoi più privati favori? Oh è vero; essa è una meretrice. Quali novelle?
Ros. Alcuna, signore; se non che il mondo è divenuto onesto.
Am. Il giorno del giudizio non è dunque lontano; ma la vostra notizia non è sicura. — Permettete che vi faccia più particolari dimande, miei buoni amici; che cosa avete fatto alla fortuna perch’ella vi mandi qui in carcere?
Guil. In carcere, principe?
Am. La Danimarca è una prigione.
Ros. Il mondo intero allora lo è?
Am. E ben vasta: e vi si trovano ferri e segrete; una di queste infaustissima è la Danimarca.