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16 | amleto |
Am. Strana cosa questa!
Or. Come è vero che vivo, mio onorato principe, vi ho detta la verità, e credemmo che la nostra affezione per voi c’imponesse il carico di palesarvela.
Am. Oh! sì, miei amici, ma ciò mi empie di turbamento. Spetta a voi la guardia stanotte?
Tutti. Spetta, signore.
Am. Armato, dite?
Tutti. Armato.
Am. Dal capo ai piedi?
Tutti. Principe, dal capo ai piedi.
Am. Ne avete veduto il suo volto?
Or. Oh sì, ch’ei portava la visiera alzata.
Am. Ed era minaccioso?
Or. Più addolorato che minaccioso.
Am. Pallido, o acceso?
Or. Pallido, pallidissimo.
Am. E fissò i suoi occhi su di voi?
Or. Intentamente.
Am. Vorrei esserci stato.
Or. Ne sareste rimasto sorpreso.
Am. Può essere. Si fermò lungo tempo?
Or. Quanto ne occorreva per contare lentamente dall’uno a cento.
Mar. e Ber. Più ancora, più.
Or. Non quando io lo vidi.
Am. Avea la barba grigia? no?
Or. Qual l’avea in vita; nera, screziata d’argento.
Am. Veglierò con voi stanotte; forse ritornerà.
Or. Tornerà, ve ne assicuro.
Am. Se si presenta a me sotto l’aspetto del mio augusto padre, gli parlerò, dovesse l’inferno, spalancando le sue voragini, impormi silenzio. Vi scongiuro tutti, se finora avete conservato il segreto su questa apparizione, conservatelo ancora, e checchè possa avvenire questa notte, confidatelo al vostro pensiero ma non alla vostra lingua; da ciò conoscerò la vostra amicizia per me. Addio tutti; fra undici ore e mezzanotte vi raggiungerò al castello.
Tutti. Siamo devoti a Vostro Onore.
Am. La vostra amicizia, come voi avete la mia. Addio (escono Or., Mar. e Ber.). L’ombra di mio padre armata! Qualche nera colpa si nasconde. Vorrei fosse notte; anima mia, aspettala