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358 otello

punto! ecco di che soccorrerlo. Buona gente, adagiatelo sopra di essa, e trasportatelo con ogni diligenza. Io corro dal cerusico del generale; e voi (a Bianca), madonna, risparmiatevi il disagio di fingere di più. — Quello che là giace ucciso, o Cassio, era mio intimo amico; e qual soggetto di contestazione aveste fra di voi?

Cass. Nessuno; chè io neppure lo conobbi.

Jago. (a Bianca) Voi impallidite?... Oh! portatelo lungi da quest’aria notturna. — (Cassio e Rodrigo sono portati altrove). Signori restate. — A che impallidite, donzella? Osservate, gentiluomini, com’è smarrita. Oh! se voi fremete di già, ne sapremo di più in seguito. — Osservatela bene, ve ne supplico; osservatela, signori: e quand’anche le lingue fossero mute, le coscienze parleranno per rivelare il delitto.      (entra Emilia)

Emil. Oimè! che avvenne! che avvenne, sposo mio?

Jago. Cassio fu aggredito, fra le tenebre, da Rodrigo, e da alcuni sconosciuti che presero la fuga: ei n’è quasi morto; e Rodrigo non è più.

Emil. Oimè, povero gentiluomo! oimè, infelice Cassio!

Jago. Ecco i frutti della lascivia... Emilia, va da Cassio, e chiedigli dove cenò stanotte... (a Bianca) Perchè fremete a questa dimanda?

Bianc. Egli cenò in casa mia; nè fremo già di ciò.

Jago. In casa vostra? venite dunque con me.

Emil. Obbrobrio a voi, meretrice.

Bianc. Meretrice! nol sono: la mia vita è onesta quanto la vostra.

Emil. Quanto la mia? vituperio! obbrobrio sopra di te!

Jago. Nobili signori, andiamo dall’infelice Cassio... Venite, venite, donzella; dovete confessare altre cose... Voi, Emilia, correte alla fortezza, ed istruite il generale e la sua sposa di ciò che accadde. Vi piace seguirmi? andiamo. — Questa è la notte (a parte) che crea o distrugge per sempre la mia fortuna.     (escono)


SCENA II.

Una stanza da letto.

Desdemona in letto, addormentata. Arde una lampada. Entra Otello.

Ot. Ma la cagione, la cagione, anima mia... non vogliate ch’io la dica innanzi a voi, a voi, castissime stelle!... Vadasi... e nullameno non verserò il sangue di lei, non coprirò di piaghe quel