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NOTA
Ecco su questo dramma come si espresse il già citato Schlegel.
«...Nella Tempesta v’ha poca azione e poco movimento. Il matrimonio di Ferdinando e di Miranda è risoluto infin dal loro primo ritrovo; e Prospero vi si oppose soltanto con ostacoli simulati. I naufraghi s’aggirano per l’isola senza alcun fine; e così la cospirazione di Sebastiano e d’Antonio contro il re di Napoli, come quella di Caliban e de’ marinai contro Prospero, non presentano che un vano simulacro di pericolo, poichè ben si prevede che il mago saprà sventare tutte quelle trame. Non rimane dunque al Poeta per riuscire ad una conchiusione soddisfacente, che di risvegliare i rimorsi dei colpevoli con terribili apparizioni, e di riconciliarsi poscia tutti i suoi personaggi. Questo difetto d’intreccio però è ben risarcito dalla meravigliosa varietà di ricchezze poetiche, e dalla soave giocondità che si trovano congiunte in questa leggiadra composizione. Le sue particolarità sono così seducenti, che occorre grande attenzione per accorgersi che lo scioglimento è già contenuto nell’esposizione. Nulla v’ha di più commovente, di più bello, di più delicato, delle scene sì brevi e sì poche, in cui si svolgono gli amori di Ferdinando e di Miranda. Dall’una parte tutto è generosità, culto cavalleresco, rispetto pel giuramento; dall’altra non v’è che abbandono e purezza: ogni cosa vale a dipingere una vergine innocente, la quale, non avendo insino allora conosciuto che un deserto e suo padre, non ha imparato ad occultare le sue commozioni. La sapienza del principe eremita, Prospero, ha una tinta magica e misteriosa. La tormentosa impressione che produrrebbe la nera perfidia dei due usurpatori è mitigata dalla franchezza alquanto loquace del buon vecchio Gonzalo. Due malandrini di buon umore, Trìnculo e Stefano, s’uniscono a Caliban; ed Ariele, che leggiadramente aleggia sopra tutte quelle figure, pare sia il Genio personificato delle finzioni maravigliose.
Fra le straordinarie creazioni della poetica fantasia di Shakspeare, quella di Caliban è una delle più rinomate. Esso è un ente