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atto quinto | 279 |
chè la stirpe sua dominasse in giorno in Napoli? Oh! gli impeti della gioia vostra passino tutti i limiti d’una gioia volgare! Incidiamo con lettere d’oro quest’avvenimento sopra eterne colonne, e ricordiamo così ai posteri, come nel viaggio istesso trovassero Claribel uno sposo in Tunisi, Ferdinando una compagna in luogo ove s’era egli stesso perduto, Prospero un ducato, e ognuno di noi le smarrite facoltà dell’anima.
Al. (a Ferd. e Mir.) Datemi le vostre mani: il dolore e la disperazione cruccino per sempre il cuore che non benedice a quest’unione!
Gonz. Sia così! Amen! (rientra Ariele col Capitano del vascello e con Boatswain, che lo seguono con grande stupore) Ma guardate, signore, guardate! Ecco altri compagni. Ben l’aveva detto, che finchè patiboli in terra vi sarebbero, colui non sarebbe morto in acqua. Ebbene (a Boatswain) bestemmiatore, le cui imprecazioni allontanano dalle navi la misericordia del Cielo, non puoi ora dir motto? perdesti la lingua approdando a terra? Non sai più maledire? Di’, quali novelle?
Boat. La più lieta di tutte è, che qui rinveniamo il re co’ suoi, la succedente, che il nostro vascello, che lasciammo flagellato dall’onde e sdruscito in mille parti, mareggia ora integro e superbo come il primo giorno che navigò.
Ar. (a parte) Tutto questo, signore, io feci mentre stetti lontano da te.
Prosp. (a parte) Mio vago spirito!
Al. Questi non sono avvenimenti naturali, ma prodigi stupendi, che ad ogni istante si rinnovano! Parlate; chi vi condusse qui?
Boat. Se certo fossi di non aver sognato, signore, avrei già impreso a dirvene. Eravamo addormiti, nè so come, sul lido, allorchè strani e fieri romori di catene e di ruggiti, di gemiti e di ululati, vennero a risvegliarci. In un baleno tutti ci alziamo, e ci veggiam dinanzi la nostra bella nave che galleggiava come la regina dell’onde; vista che ne fe’ tutti balzare di gioia. Allora poi fummo separati dagli altri, e pieni di torpore qui condotti come per incanto.
Ar. (a parte) Fu ben fatto?
Prosp. (a parte) A meraviglia, mio Ariele; e sarai libero.
Al. Quest’è il più intricato labirinto in cui mai errasse piè umano! tutto qui è condotto da un potere sopranaturale, e per rischiarare le nostre menti è necessario un oracolo.
Prosp. Signore, non vi stillate l’intelletto per sciogliere questo enigma. In ora da ciò non mancherò d’appagarvi, e svolgerò a