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atto terzo 259


Mir. Sono pazza a piangere di ciò che mi dà tanto diletto.

Prosp. Fortunato incontro di due anime buone! Cielo, benedici l’affetto puro di quei due giovani.

Ferd. Perchè piangete, Miranda?

Mir. Per la coscienza del mio poco merito, che fa ch’io non oso offrire ciò che desidero di dare, nè mi permette di accettare quello di cui la privazione mi farebbe morire. Ma è una fanciullaggine; e più intendo a nascondere quello che provo, più il mio segreto trapela e si manifesta. Lungi da me, inutile vergogna; e tu, santa innocenza, snoda la mia lingua. Son vostra sposa, se tale mi bramate; se altrimenti volete, morrò vostra vergine fedele. Potete rifiutarmi per compagna, se ciò vi piace; ma non potrete impedirmi almeno d’esservi serva.

Ferd. Signora mia, e non altro. O adorata fanciulla, eccomi a’ vostri piedi.

Mir. Sarete dunque mio sposo?

Ferd. Sì, e con cuor più lieto, che non batta in petto allo schiavo redento a libertà. Eccovi la mia mano.

Mir. Ecco la mia, e con essa la mia anima. Oh Ferdinando! siamo costretti a dividerci per ora.

Ferd. Mia sposa, addio! mille volte addio!               (escono)

Prosp. Non potrei sentire, com’essi, quell’onda d’amore che li trasporta; ma nulla v’è, che maggior gioia potesse recarmi. Torno a’ miei libri; chè prima del desco della sera mi rimangono grandi cose da compiere per questi due giovani.     (esce)


SCENA II.

Altra parte dell’Isola.

Entrano Stefano e Trìnculo; Caliban li segue con una bottiglia.

Stef. Non me ne dir altro; e solo quando la botte sarà secca, berrem acqua; non una stilla innanzi. Su dunque, mio paggio-mostro, leva la bottiglia, e tracanna alla mia salute.

Trìnc. Paggio-mostro? è la pazzia dell’isola! Si dice che qui non siano che cinque abitanti: dei cinque eccoci tre; e se gli altri due hanno il cervello modellato sul nostro, lo Stato vacilla.

Stef. Bevi, paggio-mostro, quando te lo impongo; i tuoi occhi son quasi sepolti nella tua turpe testa.

Trìnc. E dove vorresti che lo fossero? nella sua coda? Oh in verità, sarebbe allora un grazioso animale.