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atto primo 243


Prosp. Alza gli occhi tuoi velati dalle loro lunghe palpebre, e dimmi ciò che scerni laggiù.

Mir. Oh! che vegg’io? Non è quello uno spirito? Come guarda! qual nobile forma veste! È uno spirito?

Prosp. No, fanciulla: ha sensi come noi; vive di nostra vita; è uno di coloro che naufragarono; e senza i segni del dolore che offuscarono i suoi lineamenti, perocchè il dolore è la carie della bellezza, lo potresti dire un’avvenente creatura. Egli ha perduti i suoi compagni; ed erra per l’isola, onde trovarli.

Mir. Io lo posso ben dire un oggetto divino, chè mai non vidi nulla di sì nobile in terra.

Prosp. (a parte) Tutto va a seconda de’ miei desiderii. Ariele, amabile Ariele, fra due giorni sarai libero per quest’opera.

Ferd. Oh! ecco al certo la Dea che seguivano i miei concenti! (avanzandosi) Vergine eccelsa, vorrete esaudire la mia preghiera, dicendomi se siete un’abitante di quest’isola? Vorrete soccorrermi di consiglio nella incertezza in cui verso? Vorrete appagare il più ardente, sebben per ultimo esposto, de’ miei voti, istruendomi se appartenete ai cieli o alla terra?

Mir. Non vedete in me cosa sublime, signore, ma una fanciulla soltanto.

Ferd. La lingua mia! Cielo! Sarei il re degli uomini che parlan tal lingua, se stessi nel paese ove s’adopera.

Prosp. Il re! Ma qual saresti, se il sovrano di Napoli t’ascoltasse?

Ferd. Quel che ora sono: un misero abbandonato, che stupisce d’udirvi parlare del suo reame. Sì, in me vedete ora il re di Napoli; in me, che miseramente mirai sommergersi nei flutti il padre mio.

Mir. Ah per pietà!

Ferd. Sì, lo vidi sommergere poc’anzi in un con tutti i suoi, col duca di Milano, e col suo illustre figlio.

Prosp. Il duca di Milano e la sua illustre figlia potrebbero smentirti, se ora l’opera fosse da ciò; ma vada pure l’inganno. (a parte) Dal primo istante i loro sguardi si son compresi. Amabile Ariele, di questo servigio avrai buon guiderdone. (ad alta voce) Una parola.

Mir. Perchè mio padre gli favella così aspramente? È il terzo uomo che ho veduto; è il primo per cui sospiro. Possa la pietà intenerire mio padre e volgerlo dal lato ove inclina il mio cuore.

Ferd. Oh se fanciulla siete, se la fede non impegnaste ancora, diverrete in breve la regina di Napoli.