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224 giulietta e romeo


Guardia. Nobile principe, qui giace Paride ucciso, Romeo estinto; e Giulietta, che dicevasi morta da due giorni, è tepida ancora, e sembra essere stata di recente assassinata.

Princ. Continuate le vostre indagini; e cercate di scoprire i rei di questi orrendi fatti.

Guardia. Ecco un Religioso, e il famiglio di Romeo, che trovammo con istromenti proprii a scavar tombe.

Cap. Oh cielo...! oh mia sposa...! mira come da Giulietta esce a gorghi il sangue!

Don. Cap. Ahimè! questa vista di morte è come la tetra squilla che chiama l’addolorata mia vecchiaia al sepolcro.

(entra Montecchio con altri)

Princ. Avvicinati, Montecchio; e se mattutino t’alzasti, vedrai che il tuo figlio ed erede più mattutino ancora si coricò.

Mont. Oimè, principe, mia moglie è morta questa notte pel dolore di sapere il figliuol suo esiliato. Qual nuova sventura cospira ora contro la mia vecchiaia?

Princ. Guarda intorno e lo saprai.

Mont. Oh figlio crudele! perchè prevenir volesti il padre tuo nella tomba?

Princ. Chiudi per un istante la bocca ai rimproveri, onde toglier possiamo il velo a questi arcani; e allora mi metterò io stesso a parte delle tue sventure, per guidarti, se occorra, anche alla morte. Intanto contienti, e fa che la pazienza comandi al dolore. (alle guardie) Sian condotti innanzi a mei sospetti.

Fr. Io sono il maggiore di tutti, quantunque non atto a compiere tali opere. Il tempo e il luogo depongono contro di me per queste crudeli uccisioni, e mi fo innanzi per accusarmi e difendermi, condannarmi ed assolvermi.

Princ. Affrettati a dire tutto quello che sai.

Fr. Lo farò, e brevemente, perocchè non avrei lena bastante onde diffondermi su questo doloroso soggetto. — Romeo, che là spirò, era sposo di Giulietta; Giulietta, che qui giace estinta, era la fida sposa di Romeo. Io stesso uniti gli avea; e il dì medesimo del loro segreto matrimonio fu l’ultimo dei giorni di Tebaldo, per la cui morte prematura il novello sposo di Giulietta dovè esulare. Era l’esilio di Romeo, e non la morte di Tebaldo, che Giulietta piangeva; e voi, Capuleto, per istrapparla al suo dolore voleste a forza impalmarla al giovine Paride. Fu allora che ella venne da me, e cogli occhi smarriti, colla mente da un feroce dolore ottenebrata, mi supplicò di fornirle un mezzo onde preservarsi dalle seconde nozze, minacciando uccidersi da sè sotto i miei occhi, se