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222 | giulietta e romeo |
braccia, prendete il vostro ultimo amplesso! e voi, labbra, oh! voi, aditi della vita, suggellate con un bacio supremo un patto di morte che dall’Eterno era stretto! — Vieni ora tu, duce fatale; vieni, guida sinistra! Tu, disperato pilota, frangi ora fra gli scogli la mia barca già stanca, e squassata per tante tempeste! (beve il veleno) a te accanto, mio amore... Oh schietto farmacista! efficace è la tua droga... con questo bacio io muoio. (cade; entra frate Lorenzo con una torcia, una lieva, e un’asta di ferro)
Fr. Quante volte durante le tenebre i vacillanti miei piedi traboccarono contro i marmi di queste tombe! Chi viene? chi si fa lecito in tal ora di visitare gli estinti?
Bald. Un amico ben da voi conosciuto.
Fr. Sii benedetto! Dimmi, buon giovine, che fanale è quello là in fondo, che diffonde invano la sua luce su questi cranii privi dei loro occhi, e sui vermi che dentro vi si aggirano? Se ben discerno, esso arde nel monumento dei Capuleti.
Bald. Vi apponete, reverendo Padre; esso rischiara il mio signore, tanto amato da voi.
Fr. Chi rischiara?
Bald. Romeo.
Fr. Da quanto tempo venne qui?
Bald. Da poco, signore.
Fr. Entra con me sotto questa volta.
Bald. Non l’oso. Romeo non sa ch’io mi stia ancora in questi luoghi; e mi minacciò di morte, se osava sorprenderlo.
Fr. Ristatti dunque; entrerò solo... Un fiero timore mi assale... Oh! pavento qualche truce catastrofe.
Bald. Dormendo sotto que’ cipressi, che là vedete, sognai che il mio signore combatteva con altr’uomo, e che l’uccideva.
Fr. (avanzandosi dall’estremità del cimitero) Romeo? Oimè! oimè! che sangue è questo che insordida i penetrali del sepolcro? che vuol dire questa spada abbandonata e rosseggiante, che posa vicino a questo albergo di pace? (entra nel monumento) Romeo! oh misero!... Chi altri? Paride è trafitto!... Ah! qual ora crudele fu colpevole di avvenimenti sì funesti?... Giulietta si risveglia!...
Giul. (destandosi) O pietoso Padre! dov’è il mio sposo? Ben mi rammento dove ora dovrei essere; e qui mi trovo... Dov’è Romeo? (s’ode strepito al di dentro)
Fr. Odo romore... Giulietta, uscite da quest’antro contagioso di morte, e da un sonno contro natura. Una potenza più forte di noi ne frustrò dei nostri intenti. Venite; uscite da questi