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196 | giulietta e romeo |
chiude questa sentenza; non è parola che possa più crudelmente risonare al mio orecchio. — Dov’è mio padre, nutrice?
Nutr. Geme sul cadavere di Tebaldo. — Venite; andiamo da lui.
Giul. Egli piange Tebaldo? Ah! allorchè le sue lagrime saranno inaridite, le mie scenderanno ancora pel bando di Romeo. Ritogliete cotesta scala, riportate altrove questi oggetti, che mi promettevano una felicità che ho per sempre perduta. Romeo è bandito! Muori dunque, vedova vergine. Andiamo, nutrice; vo’ coricarmi sul mio letto nuziale, che in breve sarà fatto mia bara1.
Nutr. Ite nella vostra stanza: troverò Romeo per consolarvi; che ben so dove s’asconde. Uditemi: il vostro Romeo verrà da voi stassera; corro ad avvertirnelo alla cella di frate Lorenzo.
Giul. Oh! trovatelo: date questo anello al mio fido; e raccomandategli che venga a ricevere il mio ultimo addio. (escono)
SCENA III.
La cella di frà Lorenzo.
Entrano il Frate, e poscia Romeo.
Fr. Esci, Romeo; esci dal tuo nascondiglio, uomo timido: la sventura s’è innamorata di te, e la calamità ti ha disposato.
Rom. Padre, quali novelle? qual è la sentenza del Principe? quale infortunio, per anche ignoto, viene sulle orme mie?
Fr. Ah figlio! cotesto crudo compagno non t’è che troppo familiare. Ti reco la novella della condanna del Principe.
Rom. Ebbene, che proferì egli di più mite della morte?
Fr. Condanna meno cruda uscì della sua bocca: non è alla morte che ti condanna, ma all’esilio.
Rom. All’esilio! Oh pietà di me! di’ piuttosto la morte: l’esilio mi spaventa mille volte più che il morire.
Fr. Tu sei bandito da Verona. Calmati: il mondo è vasto.
Rom. Fuor delle mura di Verona non è mondo per me; il resto della terra non è che un soggiorno di squallore e di pene. Bandito da questi luoghi, son bandito dall’universo; ed esser bandito dall’universo vale cessar di vivere. Sì, cotesto esilio è la mia morte sott’altro nome; chiamarlo esilio è un troncarmi il capo con scure dorata, sorridendo al colpo che mi priva di vita.
- ↑ And death, not Romeo shall take my maidenhead! Così il testo. — E la morte, non Romeo, avrà la mia verginità!