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184 giulietta e romeo 183


Nutr. Che linguaggio è il vostro, messere? che uomo siete voi?

Rom. Un uomo abbandonato da Dio; credetemi, signora.

Nutr. Ben detto, affè, ottimamente detto. — Ma sapreste, cavalieri, indicarmi il luogo dove sarà ora Romeo?

Rom. Io ve l’indicherò, perocchè sono quello che cercate.

Nutr. Alla buon’ora; desidero di parlarvi.

Benv. Vorrà invitarlo a qualche banchetto.

Merc. (cantando) «Oh la mezzana, la mezzana indegna!»

Rom. Che canto è cotesto?

Merc. Un antico ritornello.     (cantando)

«Oh la mezzana, la mezzana indegna!
«Rompe a lascivia i cuor dove amor regna».

Verrai oggi a casa, Romeo? Pranzeremo di buon grado con te.

Rom. Fra poco vi seguirò.

Merc. Addio, antichissima dama; addio, accalappiato augelletto. (esce con Benvolio ripetendo: Oh la mezzana, la mezzana indegna!)

Nutr. In verità, fu cortese il saluto! — Pregovi, signore, chi è quel malcreato?

Rom. Un gentiluomo, nutrice, che ama le proprie ciancie, e promette più cose in un minuto, che non n’eseguisca in un dì.

Nutr. Se ardisce dir altro contro di me, lo pesterò sotto i miei piedi, fosse ei più vegeto di una bella primavera. Oh il gaglioffo! m’ha forse avuta in conto di qualche buona donna? (a Pietro) E tu, ribaldo, stai là immobile, e permetti che ognuno faccia di me quel che più gli talenta?

Piet. Non vidi alcuno che facesse di voi malvagio uso; se visto l’avessi, vi giuro che l’avrei spacciato.

Nutr. In verità che mi sento ancora così commossa, che non ho membro che stia fermo. Oh villano! l’indegno villano! (a Romeo) Signore, ve ne prego, una parola... e, come vi diceva, la mia giovine dama mi ha imposto di venirvi a cercare; ma quello che mi comandò di dirvi lo terrò dentro di me, se non mi dichiarate prima quali intenzioni avete. Perchè se mai v’immaginaste di trascinar la povera fanciulla nel paradiso dei matti, come lo chiamano, vi dico affè che la sarebbe una ben cattiva azione; e se parlaste finto con lei, affermo che sarebbe cosa, come la sogliono dire...

Rom. Nutrice, raccomandami alla tua giovine signora. Io ti giuro...

Nutr. Buon cuore! in fede che gliene dirò. Romeo, Romeo, ella sarà una sposa felice.