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atto secondo 177


Giul. Ma chi ti fa guida a questi luoghi?

Rom. L’Amore... che m’infuse il suo genio, com’io diedi a lui gli occhi miei. — Odi: io non appresi l’arte del navigante; ma fossi tu oltre i più remoti mari, orridi d’infiniti scogli, non esiterei un istante a dar le vele ai venti per approdare al lido che serbasse un tanto tesoro.

Giul. Se questo velo di tenebre, che mi ricuopre, non mi togliesse a’ tuoi sguardi, tu vedresti come il rossor della modestia mi colorisca le gote per la ricordanza de’ sospiri che mi udisti esalare testè. Oh foss’io stata più cauta! e ritrattar potessi le proferite parole! — Ma vano è il desiderio: lungi sia dunque da me ogni sembianza simulata. — Mi ami, Romeo? So che risponderai affermando; e il tuo affermare m’empirà di gioia... Oh! non proferir giuramenti che mal t’impedirebbero di divenire spergiuro; perocchè le infedeltà degli amanti si hanno in conto di giuochi dell’Amore. Gentil Romeo, se m’ami, dillo con fede schietta; dillo con quel candore ch’è affine solo della verità. Ma forse di me mal pensi, perchè sì tosto m’arresi a’ voti tuoi... Ah! se ciò è, riprenderò un aspetto severo, e disdirò quella confessione che in altra guisa ritrattar non vorrei per tutti i tesori del mondo... — Forse però, amabile Montecchio, troppo affettuosa ti sembro, e temi sia in me soverchia la femminile leggerezza. Oh! se ciò credi, male credi; e più fedele mi troverai d’ogni altra che ostenti maggiore ritrosia. Sì, forse più cauta io doveva essere, lo confesso; ma le parole che per sorpresa intendesti, esprimevano veracemente il mio cuore, e rivelavano con ingenuità i miei sentimenti.

Rom. Giulietta, pel sacro astro che inargenta le cime di questi alberi ti giuro...

Giul. Non giurare, non giurare per quell’astro incostante che muta forme sì spesso; temerei che il tuo amore non divenisse mutabile al par di lui.

Rom. Per che giurerò dunque?

Giul. Non giurar per nulla, o se giurare pur vuoi, giura per te stesso, per te ch’io adoro, e a cui mi affiderò.

Rom. Se mai fu amore al mondo...

Giul. Fermati; non dir per anche. La tua presenza mi colma di gioia; ma di lieto augurio non m’è lo stringere in questa notte il legame del nostro amore: con troppa inconsideratezza, troppo temerariamente formato, stretto colla rapidità del lampo, forse rapido come il lampo si discioglierebbe. Amabile Romeo, riedi a’ tuoi lari; il germe d’amore che è in noi, e di cui siam fatti consapevoli, potrà essere divenuto un bel fiore al nostro primo col-