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172 giulietta e romeo


Cap. Il soffrirete; io solo qui posso, e il soffrirete. Che dunque? sarà vostra o mia cotesta dimora? Olà, Tebaldo, non mi provocate di più.

Teb. È un’onta infame...

Cap. Via di qua, sciagurato. Tebaldo, anche una volta, allontanatevi di qua.

Teb. V’obbedisco; ma sento il cuore che mi scoppia nel petto. Oh! non sempre per sfogar l’ira mia mi sarà mestieri di violare le leggi dell’ospitalità; nè lontano fia, spero, il dì dello sdegno. (s’allontana: Romeo danza con Giulietta; e condottala in disparte, si smaschera)

Rom. Se la mia mano indegna ardì profanare la destra d’una abitatrice dei cieli, le mie labbra espieranno la colpa imprimendo su d’essa il più tenero bacio.

Giul. Bel pellegrino, mal pensate di voi: è col dare a baciar le mani che i pellegrini salutano; essi, che così di sovente toccarono le reliquie dei santi.

Rom. Ma i pellegrini ancora hanno le labbra.

Giul. Sì; ma le consacrano solo a propiziarci Iddio.

Rom. Oh! allora, divina fanciulla, piacciavi aver le labbra in conto delle mani: deponete su di esse un bacio, ve ne scongiuro, onde non ismarrisca la fede, onde non divenga disperato.

Giul. I santi si commuovono per virtù della preghiera.

Rom. Commovetevi dunque; con ardore ve ne supplico. (baciandola) Ecco; così le mie labbra mi lavano d’ogni mio fallo.

Giul. Ma ora alla mia bocca s’apprese il vostro peccato.

Rom. Peccato? oh! ridonatemi quel tenero peccato.

Giul. Lasciatemi... questi baci... (ritirasi)

Nutr. Fanciulla, vostra madre vi chiede.

Rom. Chi è sua madre?

Nutr. Bel pellegrino, sua madre è la signora di questa casa, donna savia e virtuosa, di cui allattai la figliuola. Questa figliuola, di cui vi parlo, era quella con cui v’intrattenevate testè; e vi fo fede che è verginella da far felice uno sposo.

Rom. Ella è de’ Capuleti? Oh mia sventura! Ora la mia vita è in arbitrio de’ miei nemici.

Benv. Via, via, Romeo; la festa volge al suo termine.

Rom. E ben temo che con essa termini la pace mia.

Cap. Fermatevi cavalieri; non vogliate ancora abbandonarci: avremo di che intrattenervi... Ma lo esigete assolutamente? Ebbene, nobili ospiti, vi sien rese grazie dell’onore che mi faceste, e vogliate, ve ne prego, avermi nel favor vostro. Olà, i