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atto primo 161

da tutti i suoi amici; ma vana sempre riescì ogni cosa. Solo a sè confida i proprii sentimenti; e con tal cautela lo fa, che inutile riesce ogni ricerca. Il suo cuore, impenetrabile alla vista, rassomiglia alla boccia di una rosa cui rode un verme nascosto, e langue e muore prima d’aver mostrata al mondo tutta la sua fiorentezza. Se dato ne fosse di penetrare la cagione del suo dolore, blandirlo potremmo forse prima che divenisse maturo.

(Romeo si mostra in distanza)

Benv. Eccolo; allontanatevi. Scruterò la cagione de’ suoi mali, e riescirò forse a penetrarla.

Mont. Rimanti adunque; e voglia il Cielo che a scoprire tu pervenga questo fatal segreto. Madonna, andianne.

(Montecchio e Donna Montecchio escono)

Benv. Buon mattino, Romeo.

Rom. È forse ancora mattino?

Benv. Le nove appena suonarono.

Rom. Oh misero me! come lunghe trascorrono le ore del dolore! Era mio padre quello che stava con te dianzi?

Benv. Appunto. Ma quale sventura, me ’l dici, è mai quella che ti rende le ore così lunghe?

Rom. La privazione di cosa che soavi e brevi me le renderebbe.

Benv. È amore?

Rom. Difetto...

Benv. Difetto d’amore?

Rom. Difetto del favore di quella che ama il mio cuore.

Benv. Oimè! cotesto amore, che veste sembianze sì placide, debb’egli adunque essere in effetto sì crudo tiranno.

Rom. Ah! e debb’egli, avvolto gli occhi di bende, veder sì lucida la via che il guida a’ fini suoi?... (distratto) Ma dove pranzeremo oggi?... Oimè!... qual rissa novella infierì pur ora...? Ma non dirlo... non narrarmela... ben la presagisco. Fiere battaglie hanno qui a consumarsi per odii atroci, ma battaglie anche più fiere ne comanda l’amore! Oh amore che l’odio avvelena! oh odio a cui si mesce tanta tenerezza! Che altro sei tu, o amore, se non una larva feconda di sventure, un ineffabile sentimento, che dal nulla tutto crei? Affetto lieve e profondo, informe caos di delizie e di spasimi, amabile passione, che alleggerisce e opprime l’anima, l’illumina ed oscura, abbrucia ed agghiaccia, uccide e rinnovella il cuore... ecco l’amore ch’io sento. Oh ridine di pietà!

Benv. No, Romeo: piuttosto piagnerei.

Rom. Ottimo cuore! e di che?