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GIULIETTA E ROMEO




ATTO PRIMO




SCENA I.

Piazza pubblica.


Entrano Sansone e Gregorio armati di spade e di scudi.


Sans. Gregorio, in fede nol patirò.

Greg. E ben farai, perchè il patire è da stolto1.

Sans. I’ dico che, venuto in collera, sguainerò la spada.

Greg. Ma la prudenza, che in te trabocca, t’ammonirà di non metterti in collera.

Sans. La mano ho pronta, allorchè son commosso.

Greg. Ma pronto egualmente non sei a commuoverti.

Sans. Un cane di Montecchio ora mi commove.

Greg. Commuoversi vale... non istar fermo, e la valentìa risiede appunto nell’aspettar di piè fermo i pericoli: quindi, se sei commosso, fuggirai.

Sans. Un cane di quella dannata famiglia m’induce a star di piè fermo; e prenderò sempre il sentiero più rasente al muro2, ognivolta che m’incontri in Montecchi, sian uomini o fanciulle.

Greg. E ciò mostra che sei un vile, perchè il vile va sempre al muro.

Sans. Vero dici, ma, per mostrarti che non son tale, caccierò

  1. Dobbiamo avvertire, che in questa prima scena occorrono nel testo alcuni giuochi di parole che qui vennero omessi, perchè pallidissimi nella versione.
  2. Posto d’onore.