Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/153

142 giulio cesare


Br. La verità Messala; e qual Romano la debbe.

Mess. Sopportatela adunque romanamente, e vi sìa noto che ella morì.

Br. Mia Porzia, addio per sempre, per sempre addio! — Messala, morir ora convienmi; poichè pensando ch’ella più non è, mi sarà lieve, dolce, amabile la morte.

Mess. Ed è in questa guisa che i valorosi uomini debbono sopportare le grandi sventure.

Cass. Dalla filosofia io pure attinsi quei virili precetti che poni in opera; ma la mia tempra ribellerebbesi in così fiera catastrofe.

Br. Riempiamo il dovere che ancora da compiere ci resta. — Qual riputate il disegno d’andar ora a Filippi?

Cass. Non buono l’estimo.

Br. E a creder ciò qual ragion t’induce?

Cass. Quello che sto per dirti. Migliore consiglio parmi l’aspettare il nemico, primachè affaticar l’esercito nostro andando in traccia di lui. I soldati d’Antonio e d’Ottavio affraliti pei lunghi viaggi, perderanno ogni vigore, e ne appresterai facile vittoria.

Br. Ma i popoli che sono tra Filippi e il nostro campo non istanno in freno che a forza; e tel dimostri la ritrosia con cui ne pagarono il contributo: il nemico, attraversando il lor paese, s’accrescerà di tutti i malcontenti, e ne attaccherà con un vantaggio che non avrebbe dove andassimo ad incontrarlo a Filippi.

Cass. Mio buon fratello.....

Br. Lascia ch’io continui. — Osserva ancora, che già logorammo i nostri ultimi sussidi; che le nostre legioni sono intere; che la nostra causa è matura; che di giorno in giorno il nemico s’aumenta: mentre noi, venuti al vertice della piramide, dovremo a forza discenderne. E’ v’è nelle cose umane un’alterna marea, che assecondata guida gli uomini in porto; sconosciuta o sprezzata, gli getta miseramente fra gli scogli. In quest’istante l’onda impetuosa c’incalza; e c’è forza o profittarne, o cessare da ogni speranza.

Cass. Ebbene, il vuoi? si vada: i campi di Filippi dichiareranno a chi appartiene il mondo.

Br. Le ombre della notte discendono rapide e fosche sui nostri capi: la natura obbedisce alle sue leggi e ne forza al riposo. Tutto è detto fra noi

Cass. Tutto; e l’alba di dimani schiarirà il nostro cammino.

Br. Lucio, la mia tunica. (Lucio esce) Addio, generoso Messala; addio, Titinio; nobile Cassio, addio.

Cass. O fratello, lieto si compie questo dì, che tanto mai co-