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atto terzo | 133 |
1° Citt. Non mai! non mai! — Venite, andiamo ad abbruciare il suo corpo sulla sacra piazza, e cogli ardenti tizzi ad incendiare tutte le case dei traditori.
2° Citt. Correte a prender fuoco.
3° Citt. Struggete questo tavolato.
4° Citt. Valetevi di banchi, di porte, di finestre, di quanti combustibili vi si presenteranno alle mani.
(escono i cittadini portando il cadavere)
Ant. Ora fruttifichi questo germe; e tu, sedizione, il secondo, e spiega il tuo volo sanguinoso dove meglio t’aggrada, (entra un Soldato) — Che rechi, soldato?
Sold. Ottavio è in Roma.
Ant. In qual luogo?
Sold. Insieme con Lepido nella casa di Cesare.
Ant. Volo a lui, che rapido giunse come il mio desiderio. La fortuna ci blandisce e tutto ne concederà.
Sold. Ottavio disse che Bruto e Cassio come forsennati erano fuggiti da Roma.
Ant. Forsechè giunse loro novella del popolo commosso? Ma tregua a ciò: guidami ora ad Ottavio.
(escono)
SCENA III.
Una Strada.
Entra Cinna il poeta.
Cin. Stanotte sognai ch’io banchettava con Cesare; e idee sinistre mi turbano ora la mente. Sebbene però sentissi molta ripugnanza ad uscire oggi di casa, non so quale influenza mi v’abbia trascinato.
(entrano molti cittadini)
1° Citt. Chi sei?
2° Citt. Dove andavi?
3° Citt. Ove dimori?
4° Citt. Hai tu donna?
2° Citt. Rispondi a ognun di noi.
1° Citt. E in poche parole.
4° Citt. E con senso equo.
3° Citt. E veracemente.
Cin. Qual è il mio nome? ove vo? dove dimoro? se ho donna? e a tutto ciò risponder deggio veracemente, con poche parole, con molto senso? Ebbene, saviamente dicovi che io me ne vivo scapolo.