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giulio cesare — atto secondo 111


Lucio. Sarà fatto, signore.

(esce)

Bruto. Questi lampi, che irradiano il cielo, dan tanta luce, che mercè loro potrò leggere.

(apre il foglio e legge)

«Bruto, tu dormi; destati, e riconosci te stesso. Roma sarà essa... Parla, tuona, colpisci! Bruto, tu dormi, risvegliati, in nome degli Dei....!». Trovai spesso tali esortazioni sparse sulla mia via: Roma sarà essa...... Ecco che debbo aggiungere: Roma sarà essa immobile di spavento sotto gli sguardi d’un uomo? Che! Roma? Gli avi miei scacciarono dalle vie di Roma quel Tarquinio, che portava nome di re. Parla, tuona, colpisci! Son dovute a me tali istigazioni? Roma, io te ne fo sacramento: se possibile sarà tornarti all’antico onore, Bruto darà la vita, e ti vedrà libera.

(entra Lucio)

Lucio. Il quartodecimo dì di marzo è già spirato.

Bruto. Intesi; corri ora ad aprir la porta a quegli che batte. (Lucio esce). Dacchè Cassio cominciò ad incitarmi contro Cesare, più non ho dormito... Fra il concepire e il porre ad effetto qualche impresa feroce, l’intervallo è sempre un sogno pieno di larve e di terrori. Il genio dell’uomo, e le sue passioni armate per l’omicidio, tengono allora consiglio, e come un regno in discordia, la sua anima soffre tutti i mali d’una rivolta.

(Lucio rientra)

Lucio. Signore, v’è il vostro fratello d’amore, Cassio, che vuol vedervi.

Bruto. È solo?

Lucio. Alcuni altri lo accompagnano.

Bruto. Li conosci?

Lucio. No, perchè stanno avvolti fino agli occhi nei loro mantelli.

Bruto. Introducili. (Lucio esce). Ecco i nemici di Cesare. O cospirazione, arrossisci tu forse di mostrare a nudo la tua fronte, quando la tirannide non n’ha vergogna? Ma dove troverai caverna abbastanza cupa per adombrare il feroce tuo volto? Cospirazione, di ciò dispera, e nascondilo invece sotto sembianze di bontà, sotto atti affettuosi; chè se depor non curi i caratteri che ti son proprii, l’Èrebo stesso non avrebbe tenebre abbastanza fosche per sottrarti allo sguardo del sospetto. (entrano Cassio, Casca, Decio, Cinna, Metello, Cimbro e Trebonio)

Cassio. Temo che troppo arditi turbassimo il tuo riposo. Salve, Bruto: ti siam forse infesti?

Bruto. Sto in piedi da un’ora, e vegliai tutta la notte. Conosco io gli uomini che stanno con te?

Cassio. Sì tutti li conosci, e tutti egualmente t’onorano, e fan