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atto quinto 91

tivo di consolazione, (entra Macduff portando sopra un’asta il capo di Macbeth)

Macduff. Salve, o buon re; che tale già sei fatto. Mira ove posa la testa dell’usurpatore! Il mondo è libero infine di questo mostro, e già io ti veggo attorniato da tutto il fiore del regno, che con gioia ripeterà questo mio grido: Viva il re di Scozia! (un alto squillo di trombe, e grido generale di Viva il re di Scozia!).

Malcolm. Non molto tempo trascorrerà, prima che riconoscenti ci mostriamo al vostro zelo. Per ora, Thani, e signori del mio sangue, siate Conti, e dei primi che mai vedesse la Caledonia. Per quello che mi rimane a fare, per gli atti nuovi che questo rivolgimento richiede: richiamare in patria gli esuli che si sottrassero alla tirannia; punire i crudi ministri di questo truce re e della sua infernale regina, che, a quanto dicesi, s’è uccisa di propria mano; questi doveri, e tanti altri che ne incombono, li riempiremo, coll’aiuto di Dio, con fermezza e prudenza. Intanto vi sieno rese grazie a tutti, e a ciascuno singolarmente, e piacciavi accompagnarne a Scone (1), per assistere alla nostra coronazione.

(marcia festosa; escono)

FINE DELLA TRAGEDIA.

  1. Scone era il luogo dove i re di Scozia venivano incoronati sul tronco d’una quercia che serviva alla loro inaugurazione «Regem oportunum insidiis ad Ennernesam, nactus, septimum jam regnantem annum, obtruncal; de manu collecta Sconam profectus, populari favore fretus, Regem se dicit», Buchanani, Rer. Scoticar, Hist.