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Lettera al mio amico Luigi Bianchi,
sconsigliandolo di recarci insieme a teatro.
Mio caro Gino,
ascolta: Ho letto nel giornale,
e proprio nella cronaca che chiamano «teatrale»
che qui, al «Rossini» l’opera «Barbiere di Siviglia»,
non suscita gran chiasso, nè desta meraviglia.
M’ho detto fra me stesso: — Non vale allor la pena
che il pubblico vi spenda, per poi vedere in scena
cantanti che il «Barbiere» sì celebre e geniale,
ci sciupano soltanto perchè lo cantan male;
e allora noi saremo gabbati certamente
se mai d’andare all’opera ci passa per la mente.
Non so se a prima vista, così il mio ragionare
ti sembri poco logico; ma forse, col pensare
con calma, finirai, son certo, per trovarlo
giustissimo e col dire: Gran torto non ha Carlo.
Del resto vo’ lasciare soltanto a la tua Sposa
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