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rispondere. M’ha detto d’aver havuto altre volte in Roma querele all’inquisitione di cento et trenta articuli, et che se ne fugì mentre era presentato; perchè fu imputato d’haver gettato in tevere chi l’accusò, o chi credete lui che l’avesse accusato all’inquisitione.

» Io dissegnavo d’imparar da lui, come li ho detto a bocca, non sapendo che fosse così tristo come è et havendo notate tutte queste cose, per darne conto a V. P. M. Reverendo, quando ho dubitato che se ne possi partire, come lui diceva di voler fare, l'ho serrato in una camera a requisition sua, et perchè io lo tengo per indemoniato, la priego far rissolutione presta di lui.

» Potrà dire in conformità al S. Uffizio, il Ciotto libraro, et Messer Giacomo Bertano, pur libraro; il qual Bertano mi ha parlato particularmente di lui, et mi disse che era nemico di Christo et della nostra fede et che gl'haveva sentito a dire di gran heresie.

» Mando ancora a V. P. M. Reverendo, tre libri del medesimo a stampa, dove sono state notate alcune cose da me alla sfugita, et insieme un'opereta, di sua mano, di Dio, per la dedutione di certi suoi predicati universali, dove potrà mettervi il suo giuditio. Ha praticato anche in questo in un’accademia del ser Andrea Moresino del Clarissimo ser Giacomo, dove praticano molti gentil’huomini, i quali haveranno, per aventura, sentitogli dire qualche cosa delle sue.

» Quelle fatichette che costui ha fatto per me, che