Pagina:Rubagotti-bovio-giordanobruno.djvu/47


— 37 —



Nell’estate del 1590 troviamo il randagio filosofo a Francoforte, importantissimo centro del negozio librario tedesco e straniero.

In questa città, ove, per l’indole stessa del suo commercio, domina una larga tolleranza in materia di opinioni religiose, Bruno si sente subito più libero nelle sue aspirazioni.

Entra in relazione coi più rinomati librai, pratica quelle persone che più gli vanno a grado, si accosta anche a parecchi frati, e con febbrile attività applicasi a scrivere nuove opere. La sua vasta intelligenza non ha tregua un solo istante; non stanco, non domato, non disilluso dalle passate lotte, aspira a nuove battaglie, a nuovi trionfi, e dove non può combattere colla parola, scende in campo con la penna.

In breve tempo a Francoforte pubblica tre altri volumi, De imaginum et idearum compositione — De monade, numero et figura — De minimo et Mensura, opere che tracciano e integrano il sistema di filosofia del Nolano.

Nel libro De monade, numero et figura Giordano Bruno spesso fa accenni ed allusioni al travagliato suo animo, e quella pittura così intima e così vera dei suoi sentimenti, non può a meno di commuoverci profondamente e farci amare il povero filosofo.

Le righe seguenti ci mostrano a quale grado d’altezza salisse il suo amore per la verità e per la filosofia, così da spingerlo a sfidare, per le sue aspirazioni, tutti i pericoli. Esse sono una fedele riproduzione dell’uomo che le scrive e della sua vita.