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— L’anima e il corpo, esclama Bruno, imperturbabile davanti alle opposizioni dei suoi nemici, sono entrambi immortali; e come questo si dissolve e trasforma, così quella si trascorpora, e per vicenda infinita agglomerando intorno a sè atomi ad atomi, si forma e fabbrica novelli corpi. Non vi è morte per l’uomo nè per veruna sostanza, perchè nulla sostanzialmente si diminuisce, ma tutto per infinito spazio discorrendo cangia il volo. - Uno è lo spirito che anima e muove la pianta, la bestia e l’uomo.

E basandosi sulle nuove dottrine copernicane, allarga il campo delle sue discussioni.

Da questo nostro piccolo pianeta, egli slancia il pensiero verso li altri astri. Discorre degli abitanti degli altri mondi, come di gente non dissimile da noi, esposta in loco non peggiore del nostro. - Migliaia e migliaia di mondi egli vede in quell’infinito numero di corpi fiammeggianti, che come ambasciatori annunziano l’eccellenza della gloria e maestà di Dio e ci indicano il modo di scoprire l’infinito effetto dell’infinita causa. L’infinito è Dio, è imperatore cui compete infinito soglio, infinita coorte di esseri, perocchè egli non vuole essere glorificato in un sole unico, ma in soli innumerevoli, non in una terra, in un mondo, ma in dieci, in centomila infiniti. - Iddio è così presso e dentro di noi, come è presso e dentro gli abitanti degli altri astri...



Alberto Mario, in uno degli ultimi suoi scritti, tratteggiava maestrevolmente colle seguenti parole, il sistema filosofico di Giordano Bruno.