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Ma era Parigi la città ammagliante che il Bruno da molto tempo agognava di vedere e fissarvi dimora.
Parigi gli sorrideva nel cuore come una cara e tumultuosa visione, come l’arena gladiatoria nella quale avrebbe potuto degnamente misurare le sue forze.
Di fatti, dopo due anni e mezzo di dimora a Tolosa, sul principio del 1579 egli disse addio a quella città, deciso di recarsi a Parigi.
Tristi correvano allora gli avvenimenti nella capitale del Reame di Francia e Navarra. Gli sconvolgimeli politici, da cui era funestata la nazione per le lotte fra i Guisa, Enrico III e le parti di Navarra, avevano il loro contraccolpo in Parigi. Ivi negletta era l’osservanza delle leggi ed il popolo inferocito dalle civili discordie.
La Sorbona sola imperava. Bodin, Montaigne, Charron, ed altri illustri scienziati, delle cattedre dell’università facevano risuonare alta la loro fama.
Circa cinque anni dimorò Bruno a Parigi, la prima volta, avanti di recarsi a Londra.
Trascorso un po’ di tempo nel preparare e coordinare le sue lezioni, egli si diede quindi ad insegnare liberamente alla Sorbona, come il titolo di lettore ordinario dello Studio di Tolosa gliene dava facoltà. È da qui che incomincia il vero periodo d’azione del frate domenicano.
«Giordano Bruno, dice D. Berti, è il vero tipo, il vero ideale del professore libero di quei tempi