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incominciano a spuntare per Bruno, in Tolosa, giorni migliori.
Egli si sente più a suo agio in quella città, ove si trova al contatto di una balda gioventù che si dedica ai forti studi.
Come generoso destriero, fiuta già la polvere della battaglia, e non si inganna, poichè brevi mesi dopo il suo arrivo, nei quali s’era dato all’insegnamento privato, resosi vacante il posto di lettore di filosofia in quella università, egli, senza che ancora si fosse levata la fama del suo nome, si presenta fra gli aspiranti e vince, nella non facil prova, tutti i suoi competitori.
Per il Bruno, anelante di spargere le sue idee, dovette esser questo un primo e lieto successo, che valse a fargli dimenticare i trascorsi disagi.
Egli incominciò le sue lezioni sull’anima, tema allora prediletto nelle università, basandosi più specialmente sulle teorie Lulliane. Ben presto la novità del suo dire, la facilità dell’eloquio, attrassero numerosa folla alla sua cattedra.
Poco però ci dicono i biografi di Bruno intorno alla sua dimora in Tolosa. Solo ne’ suoi scritti il frate di Nola fa un fugace cenno di persone intelligenti che colà ebbe a conoscere, di ire scolaresche che i suoi nemici gli suscitarono contro, così a Tolosa, come a Parigi e ad Oxford. Però è da credersi che queste ire, più che dal suo insegnamento psicologico, fossero generate dalle sue opinioni in fatto di astronomia e intorno alla pluralità dei mondi.