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ricchi padiglioncini erano disposte all’ingiro della vastissima sala, e lo circondarono premurosamente, complimentandolo, offrendogli i loro ninnoli, e disputandoselo, per attirarlo ognuna al proprio banco. Erano giubilanti, perchè da quella visita si ripromettevano la soddisfazione di un lauto incasso, ma più ancora perchè tenevano finalmente in loro balìa quel personaggio misterioso. E alle signore si univano i giovanotti, i segretari della fiera, e anch’essi facevano il chiasso e offrivano roba al Santasillia, il quale, col cappello in mano, non faceva altro che salutare e ringraziare a destra e a sinistra e si sentiva sempre più impacciato.

La Castelguelfo era in un salottino a parte, addetta colle sue amiche alla vendita dei fiori, ma appena fu avvertita dalla marchesa d’Arcole dell’arrivo del cugino gli mosse subito incontro, salutandolo con amabile famigliarità, come se già da un pezzo fossero stati amici e offrendosi per accompagnarlo a fare il giro dei banchi. Andrea ringraziò, meglio che a parole, coll’effu-