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che stava per essere preso come un uccelletto al paretaio: guardò se poteva ancora svignarsela e tornare indietro; ma oramai non era più in tempo. Una fanciullina gli era corsa incontro offrendogli una rosa, e un signore, dai modi assai cortesi, e tutto vestito di nero, gli fe’ prendere una dozzina di biglietti d’ingresso e lo accompagnò fino alle sale.
Andrea non sapeva che fare. Non aveva dato nulla per la rosa; avea pagato cento lire per i biglietti e sorrideva ringraziando, ma rimproverandosi in cor suo, per il cattivo pensiero che gli era venuto di andare alla fiera. E appena fu dentro, nella prima sala, rimase come sbalordito in mezzo ad un brusìo di gente, che andava e veniva chiacchierando, cinguettando, ridendo, ma pure osservandolo e ammiccandoselo l’un l’altro. Andrea non si sentiva il coraggio d’inoltrarsi; e si guardava attorno in quella baraonda come intontito; quando, ad accrescere la sua confusione, molte signore uscirono dalle bottegucce che, sotto forma di artistiche pagode o di