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collera divina; ricordava sempre di avere ucciso un uomo e voleva espiare, e a questa espiazione consacrava tutto sè stesso, con un entusiasmo caldo, appassionato. Però egli viveva lontano dal mondo, sempre col cuore e colla mente in alto. Il suo mondo era al di là; al di là, dove c’era un uomo dal quale aspettava il perdono, una vergine di cui lo attendeva la fede.
Poeta, e sempre idealmente innamorato, l’ascetismo di Andrea di Santasillia non era cupo e freddo come quello del prete cattolico; ma gli entusiasmi del cuore, l’onda calda del sangue giovane e casto gli facevano vedere quasi tinte di rosa le promesse del premio avvenire, in cui riuniva, con una suprema e alta armonia, l’amore santo di Dio e l’amore umano dell’Adele.
E tutto ciò, il suo tragico passato, le avventure nei suoi viaggi, la splendida filantropia e la vita solitaria tenevano desta e vigilante intorno al Santasillia la curiosità dei Veronesi. Ogni passo ch’egli faceva era spiato, riportato e commentato. Si sapeva quando usciva di casa, quan-