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lungo per lei; e la Baby, ch’era stata una bimba carina e capricciosa, s’era fatta una piccola bellezza capricciosa e carina ma restando sempre un baby. Le lacrime, che schiudono la vita della donna, come la rugiada quella dei fiori, non le aveva ancora conosciute. Dal giorno che era nata, tutti avevano sempre fatto a modo suo; e la cosa pareva tanto naturale, che non se ne lagnava nessuno, e la Baby non se ne accorgeva.

Quando s’era maritata, non aveva più che la mamma: e anche questa le morì poco dopo. Allora fu di moda a Verona, che le signore più elette si dessero l’aria di consigliarla, di guidarla, insomma di tenerla di conto, come fosse un po’ il Baby di tutte quante. La contessina rideva e le lasciava dire, ma, in fine, erano sempre loro che la seguivano e la obbedivano in ogni capriccio.

Il matrimonio della Castelguelfo (essa aveva sposato un cugino, quasi della sua stessa età) era stato affrettato dalla previdenza della madre sua, che sentendosi malandata assai di salute,