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218 tiranni minimi


Corse, entrò nel salotto rossa, confusa, e al lume della candela che teneva in una mano la Contessa, ancora in sottanino e con in braccio la Rosalia, vide subito sul tavolo grande, dove avevano disteso una tovaglia bianca, il vestitino di velluto cremisi, il cavallo di legno, e poi bambole, giocattoli, aranci, dolci, mandorlato... Era la Santa Lucia che arrivava da Venezia, dalla parente dei cinque dogi.

Agnese, con un moto irresistibile allungò il collo verso un cantuccio, in fondo della stanza, dove avevano messo il suo piattino...

— «Tata, Tata!» fece la Rosalia.

— «Andiamo a vedere che cosa la Santa avrà portato per voi» disse la Contessa, colla voce ancor roca, per aver dormito, ma sempre piena di una gravità solenne.

Si avvicinarono col lume dov’era il piatto dell’Agnese, e questa ci vide sopra un oggetto che di primo acchito non distinse bene, poi... poi lo raffigurò: era uno scudiscio, di legna verde.

— «Ah! si vede che Santa Lucia vi conosce!»