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202 tiranni minimi


Agnese non pareva più la stessa dei primi giorni: aveva il visino pallido, affilato, e il corpicciuolo curvo, dimagrato sotto l’abito cencioso.

— «Quando ti farai più svelta e troverai anche tu, come sapeva trovarle Virginia, due o tre ore nella settimana per lavorar di tuo, chè non sono una tiranna e lo permetto», diceva la Contessa rialzando la testa e il petto con severa maestà, «allora ti regalerò uno scampolo perchè tu ti faccia un vestito nuovo».

Intanto, per il freddo che soffriva nella sua cameruccia, dopo essersi abbrustolita in cucina, Agnese aveva preso la tosse: una tossettaccia cattiva, che a volte la faceva urlare con gran fastidio della Contessa, e senza rispetto de’ suoi poveri nervi; ond’essa brontolava che «quella villana non aveva proprio educazione!»

Aveva le manine rosse, gonfie e spaccate dai geloni, e stentava a camminare nelle scarpe diventate strette; ma pure anche vedendola in quello stato la contessa Orsolina non ne aveva pietà.