Pagina:Rovetta - Baby e tiranni minimi.djvu/201


tiranni minimi 201


calda: poi preparare il caffè del professore, il latte di gallina per la signora, e la pappa di Rosalia. Appena il Conte era alzato, correre ad accendergli la stufa nello studiolo, e soffiare, soffiare, soffiare, da rimetterci un polmone!... E quando si alzava la Contessa, correre anche da lei a pettinarla, lisciarla, abbigliarla; in ultimo, vestire e lavare la Rosalia, faccenda che finiva sempre in tragedia. Dopo c’erano da far le camere: c’era da spazzare, attinger l’acqua e portar la legna dalla cantina al quartierino, su al terzo piano di un casone grande, a Sant’Anastasia. Inoltre bisognava stirare, cucire, preparare il pranzo, lavare i piatti, e infine la sera, quando Agnese cadeva sfinita per la stanchezza, doveva ancora andare in giro per Verona, e su e giù in Piazza Brà, dritta, composta, tenendosi in braccio la Contessina che, a peso, prometteva crescere quanto la genitrice! E tutto ciò sempre con un po’ di fame, e sempre colla padrona alle costole, la quale, protestando di farle da mamma, le dava anche di tanto in tanto qualche scappellotto.