pri sentimenti, Andrea
rimaneva assiduo presso la bimba crudele, vivendo della vita sua, e
respirando del respiro suo; divorandola cogli occhi, adorandola
coll’abbandono più appassionato dell’anima e soffrendo spasimi
ineffabili, che soltanto una parola buona o un atto cortese di lei
riuscivano a mutare in altrettanta felicità. A poco a poco egli aveva
talmente rinchiusa la propria esistenza in quella della Castelguelfo,
da perdere persino il giusto criterio delle cose. Un oggetto che
apparteneva alla Contessina gli era sacro, e Andrea provava un senso
di dispetto e di gelosia quando il Baldi prendeva nelle sue mani o il
cestino da lavoro, o l’astuccio delle spagnolette, o lo sciallettino
che ella si faceva portare sotto la tenda. Quegli oggetti erano cari
al suo occhio e al suo cuore. Voleva essere lui solo quello che li
presentava a Baby; ed essa, che aveva indovinata la strana gelosia del
cugino, affidava volentieri lo sciallettino a Marco Baldi, e da lui si
faceva offrire e accendere la spagnoletta. E come il cuore di Andrea avea