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Andrea di Santasillia soffriva crudelmente, ma non avea il coraggio di allontanarsi; anzi, adesso, stimolato dalla gelosia, si era fatto ancora più assiduo presso la Castelguelfo; e lo si vedeva di giorno e di sera nel suo salottino, sempre muto, accigliato. Certe volte, quando la Baby si avvicinava sorridente al Damonte o a Scipio Spinola e diceva loro qualche paroletta gentile, oppure, quando i suoi adoratori le prendevano la mano per accarezzarla e baciarla con devota galanteria, gli occhi di Andrea sembrava gettassero fiamme.

Una mattina essa dovea uscire col Baldi, col Damonte e col Santasillia: andavano tutti insieme in Piazza d’Armi per veder correre certi cavalli, che la Castelguelfo voleva comperare. Gli amici attendevano nel salotto, e non volendo farli aspettare più del necessario, ella si presentò non del tutto abbigliata, allacciandosi ancora i nastri del cappellino; poi diede i suoi guanti al Damonte, perchè glieli mettesse... — Era questa una grazia speciale che la Baby

concedeva per turno.

ROVETTA. Baby. 8