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Il suo aspetto era freddo e severo; ma il cuore era tuttavia sanguinante per quel primo e grande dolore ch’era stato il triste dramma de’ suoi vent’anni.

Rimasto orfano fin da ragazzo, il conte di Santasillia era stato affidato alla tutela d’uno zio Cardinale, arcivescovo in una cittaduzza delle Romagne. Però le tradizioni di famiglia, l’educazione, l’ambiente in cui egli era cresciuto, se pure avevano fatto di lui un gentiluomo ed un galantuomo, non ne avevano certo formato un liberale, tutt’altro! Ma pure, intelligente e buono, egli sapeva stare con tutti, difendendo le proprie convinzioni, ma rispettando anche quelle degli altri. Bigotto, proprio, non era; era credente, e se a messa ci andava per conto suo, qualche migliaio di lire all’obolo le mandava, più che altro, per conto dello zio Cardinale. Non ostante la scomunica, il giorno dello Statuto, e per la festa del re, anche dalla loggia del suo vecchio palazzo sul Corso Cavour si vedeva issata la bandiera tricolore. Insomma, a guardarlo e a stu-