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accucciata sulle ginocchia una canina punch che si rizzò, ringhiando col muso sudicio, appena Andrea si avvicinò per stringere la mano alla padrona.

E così, fiol mio, — cominciò la Giustiniani dopo finiti i saluti, parlando con voce più debole e tremante, ma pure conservando la cadenza spiccata e lenta delle parole, che parevano altrettante punture; — e così, fiol mio, i me dise che femo dei gelosi in casa Castelguelfo.

Andrea guardò serio la vecchia senza rispondere.

— Sicuro... sicuro... i me dise che quel pôro Damonte el sbossega a tuto andar... Pôro putelo... bisogna compatirlo!... El pareva tanto avanti nelle bone grazie della Baby!

Quando Andrea uscì dalla Giustiniani era pallido, sconvolto.

— Il Damonte? — ripeteva fra sè nell’avviarsi verso casa. — Il Damonte tanto innanzi nelle sue buone grazie?!... Vecchia strega! — Ma sen-