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volontà generale è sempre giusta, e perchè
tutti vogliono costantemente la felicità di ciascuno
di loro se non perchè niuno evvi che
non si approprii questa parola ciascuno, e
che non pensi a se stesso votando per tutti?
Ciò prova che l’uguaglianza di diritto e
la nozione di giustizia che essa produce, derivano
dalla preferenza che ciascuno si attribuisce
e per conseguenza dalla natura dell’uomo;
che la volontà generale per essere
veramente tale dev’esserla e nel suo obbietto
e nella sua essenza; che deve partire da tutti
per applicarsi a tutti, e che perde la sua
naturale rettitudine allorquando tende a
qualche oggetto individuale e determinato,
perchè allora giudicando di ciò che ci è strano
non abbiamo nessun vero principio d’equità
che ci guidi.
Infatti non appena trattisi di un diritto particolare sovra un punto che non sia stato regolato da una convenzione generale ed anteriore, che l’affare diviene contenzioso; è un processo in cui i particolari interessati formano una delle parti ed il pubblico l’altra, ma in cui io non vedo nè la legge da seguir-