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la prescriveva, non vi era altro modo di
convertire un popolo fuorchè soggiogandolo,
nè altri missionari, fuorchè i conquistatori,
e la legge dei vinti avendo seco l’obbligo di
cambiare di culto, bisognava incominciare
a vincere prima di parlarne. Ben lungi adunque
che gli nomini si battessero per gli Dei,
come in Omero gli Dei combattevano per gli
uomini, ciascuno implorava dal suo la vittoria,
e la pagava con altari novelli. I Romani
prima di prendere d’assalto una piazza intimavano
a’ suoi Dei di abbandonarla: quando
lasciavano ai Tarentini i loro Dei indignati,
gli è perchè allora tenevano quegli Dei come
sottomessi ai loro proprii e costretti di far
loro omaggio. Essi lasciavano ai vinti i loro
Dei e le loro leggi. Il solo tributo che imponessero
era spesso una corona al Giove
Capitolino.
Finalmente i Romani avendo dilatato in un coll’imperio il loro culto e i loro Dei, ed avendo sovente adottato eglino stessi quelli dei vinti, agli uni ed agli altri accordando il diritto di cittadinanza, i popoli di quel vasto impero ebbero insensibilmente una in-