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Se dunque, durante il patto sociale, trovinsi degli oppositori, la loro opposizione mon invalida punto il contratto, ma impedisce soltanto che non vi siano compresi: saranno stranieri infra i cittadini. Quando lo stato è instituito, il consenso sta nella residenza; chi abita il territorio, si sottomette alla sovranità1.

Fuori di quel contratto primitivo, la voce del numero maggiore obbliga sempre tutte le altre; è una conseguenza del contratto medesimo. Ma si chiede come un uomo possa esser libero, e costretto a confermarsi a certe volontà che non sono le sue. In che modo gli oppositori sono liberi, e sottomessi a leggi alle quali non diedero il loro consenso?

Io rispondo, che la questione è mal posta. Il cittadino annuisce a tutte le leggi, a quelle pur anche passate suo malgrado, e a quelle

  1. Questa cosa deve sempre intendersi di uno stato libero; perchè altronde la famiglia, i boni, la mancanza d’asilo, la necessità, la violenza possono ritenere un abitante nel paese suo malgrado, ed allora il solo suo soggiorno non suppone più il suo consenso al contratto ed alla violazione del contratto.