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libero, ma s’inganna assai; esso non è libero se non durante l’elezione dei membri del parlamento: non appena gli ha eletti, che torna schiavo e non è più niente. Nei brevi istanti di sua libertà, per l’uso che ne fa merita di perderla.

L’idea dei rappresentanti è moderna; è una eredità del governo feudale, di quell’unico ed assurdo governo, in cui l’umana specie è degradata, ed il nome d’uomo disonorato. Nelle antiche repubbliche, ed anche nelle monarchie, il popolo non ebbe mai rappresentanti; questa parola non era conosciuta. Egli è singolarissimo, che a Roma in cui i tribuni erano così sacri, non siasi pur pensato che quelli potessero usurpare gli uffizii del popolo, e che in mezzo a tanta moltitudine non abbiano mai tentato di passare di propria autorità un solo plebiscito. Si giudichi frattanto dell’imbarazzo cagionato talvolta dalla folla da ciò che avvenne al tempo dei Gracchi, in cui una parte dei cittadini dava il suo suffragio dal sommo dei tetti.

Dove il diritto e la libertà sono tutto, gli