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un’importanza assai più limitata e saranno facilmente dominati dal fascismo. Anche le difficoltà economiche e finanziarie, innegabili e crescenti, non saranno tali da minacciare il regime dopo il recente successo. Le dittature non sono mai cadute per ragioni economiche e finanziarie. Le difficoltà economiche possono spingerle, se mai, a cercare nella guerra un diversivo. Ma quando la guerra è vinta, il diversivo funziona e la crisi è contenuta.

Dobbiamo dunque prospettarci un periodo, la cui durata dipenderà da fattori non calcolabili, duro e difficile. Un periodo nel quale l’opposizione, se vorrà avere dei risultati, dovrà riesaminare con la massima spregiudicatezza la sua formazione e i suoi metodi. Questo riesame non va fatto con precipitazione. Va fatto con calma, con ponderatezza, dopo un’inchiesta approfondita, chiamando a collaborare tutti, e principalmente coloro che sono in Italia.

Noi non vogliamo anticipare. Diremo solo che se mai ci fu un periodo in cui le posizioni di principio autonome, positive, non polemiche, ebbero valore, questo è il periodo.

Il vecchio antifascismo è morto. Morte sono tutte le posizioni formali e organizzative che si trascinino dietro il peso o anche solo il fato della sconfitta o l’obbligo di una coerenza antistorica o il legame con impostazioni superate ed equivoche.

Anche noi di G. L. esamineremo il nostro problema,

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