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Così è l’Italia tutta. Silenziosa, prona, disciplinata. Non manca ormai che inventare il linguaggio muto perché i sudditi non turbino con la loro favella i suoni delle generazioni imperiali e la fatica operosa del Capo.
Un solo rumore, una sola voce può levarsi in Italia: la sua. E dopo la sua, la risposta fragorosamente sadica della folla ridotta a polvere umana che grida DU-CE, DU-CE.
È questo rumore abbietto di servitù che occorre far cessare in Italia. L’Italia è silenzio: sia pure. Ma che sia tutta silenzio. Che il dittatore giri solo coi suoi sgherri per le vie silenziose. Che un silenzio fondo risponda alle sue grida e alle sue smorfie.
Il silenzio dei popoli è la condanna dei potenti.
Nel silenzio universale si sente meglio il rumore delle catene.
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